venerdì 9 settembre 2016

Intervista a Sandro Oddo, direttore del Museo sulla Stregoneria di Triora

Oggi torniamo in tema di stregoneria, come promesso, e vi proponiamo l'intervista a Sandro Oddo, direttore del Museo Etnografico e della Stregoneria di Triora.

- Com'è nata l'idea di aprire un museo della stregoneria e quale è la sua storia sino ad oggi? Quanti visitatori contate ogni anno?
 Il museo è stato aperto in seguito alla celebrazione del quinto centenario del processo (1988), con un applaudito convegno all’Hotel Colomba d’Oro di Triora. Si è ritenuto opportuno integrare il già esistente museo, fondato nel 1980, con una sezione dedicata alla stregoneria. Ciò per documentare e ricordare in modo degno quanto avvenuto in quei lontani tempi (1587-1589) ed insieme le leggende popolari, la magia e l’abbondante uso delle erbe ed anche riti singolari. Il numero dei visitatori è andato aumentando di anno in anno, con una media di circa 15.000 all’anno ed un picco di circa 18.000.

- Avete in programma un "ampliamento" della struttura: quali conseguenze apporterà?
 Si è constatato il crescente interesse per la stregoneria e soprattutto per le vicende delle streghe di Triora per cui, oltre ad aver dato alle stampe, con i tipi della Pro Triora Editore, importanti pubblicazioni sulla “causa delle streghe”, raccogliendo tutti i documenti conosciuti, si è ritenuto opportuno trasferire il museo, almeno quello della stregoneria, in una sede più idonea, individuata nell’ex palazzo Stella, situata nella centralissima piazza Reggio. Si tratta di un’iniziativa coraggiosa, anche se irta di difficoltà, anche gestionali, ma indubbiamente volta ad accrescere la fama di Triora quale “paese delle streghe”.

- La stregoneria, come ci è parso di capire dalla visita di Triora, appare più come un pretesto sociale del tempo per soffocare l'anelito alla libertà di pensiero. Come la giudicate voi, da un punto di vista storico/sociale?
Per quanto concerne il fenomeno della stregoneria, almeno a Triora, si è ingigantito un fenomeno, probabilmente già esistente, per celare altri più gravi problemi (alchimia e falsa monetazione), con una latente faida fra le famiglie nobili locali (Borelli, Capponi, Stella, ecc.). Si è approfittato della grande ignoranza della maggior parte della popolazione per accusare povere donne di colpe mai commesse. La carestia non pare un motivo sufficiente a scatenare tutto quel putiferio.

La Cabotina, ritenuto luogo di convegno delle streghe
di Triora. Immagine tratta dal sito "La strega di Triora".
- Perchè la storia ha scelto proprio un paese piccolo e remoto come Triora, un tempo crediamo molto difficile da raggiungere?
La vicenda si è svolta a Triora, perché al tempo era la podesteria più importante del Ponente Ligure (e non solo), dove vivevano famiglie molto potenti ed in grado di condizionare pesantemente gli eventi.

- Quale percezione avete del fenomeno stregoneria osservando l'afflusso e l'interesse dei visitatori?
La gente che viene a Triora è spinta soprattutto dalla curiosità ed anche dal desiderio di approfondire la tematica. Particolare attenzione viene riservata anche alla medicina popolare, come documentato da un ampio libro con le interviste alle donne della zona e le ricette per una buona salute. Per quanto riguarda i progetti da sviluppare sono numerosi ed oltre al trasferimento nel nuovo museo di un’importante collezione di oggetti magici (acquisiti dalla Pro Triora) si prevede di allestire una biblioteca, con oltre un migliaio di testi e pubblicazioni già reperiti.

Paolo Pulcina

Nessun commento:

Posta un commento